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Gemonio, uno scrigno di sorprese

Una passeggiata inconsueta nel piccolo borgo del varesotto tra chiese romaniche, mulini e arte contemporanea

Capita di cercare una meta per una giornata speciale: che sia culturale, in natura ma senza fatica, densa di storia e anche impreziosita di bellezza; la provincia di Varese è ricca di luoghi così, uno di questi è Gemonio, a cavallo tra il lago Maggiore e i più piccoli laghi del varesotto.

 

Si può lasciare l’auto nel posteggio della stazione o, meglio ancora, arrivare in treno da Milano e godersi il borgo a piedi. 

La prima meta è la chiesa di San Pietro, gioiello romanico sorto su antiche fondamenta, probabilmente longobarde. Le pietre dell’edificio, l’alto campanile decorato ad archetti pensili, le forme tipiche del romanico ci accolgono con eleganza discreta. All’interno le decorazioni ripercorrono la lunga storia della chiesa: dall’altare preromanico con motivi geometrici, fino agli affreschi del XVI secolo, che ornano le pareti e l’abside maggiore. L’insieme dei colori e delle proporzioni architettoniche creano un’atmosfera talmente armoniosa che non si può evitare di pensare all’amore e alla cura che gli abitanti del villaggio hanno da sempre rivolto alla loro chiesa, seppur nella povertà dei mezzi.

Rigenerato lo spirito saliamo nel borgo e scoviamo, dietro uno dei tanti portoni, la corte settecentesca di un’antica casa rurale oggi divenuta il Museo Civico Floriano Bodini. Vi sono esposte le opere del maestro scultore, ma non solo. Bodini è nato a Gemonio, cresciuto e formatosi a Milano, nel dopoguerra è stato animatore del gruppo degli artisti del “realismo esistenziale”, poi sempre più rivolto alla propria ricerca, fino a sfociare nella produzione particolare delle medaglie e delle grandi opere pubbliche: il Paolo VI del Sacro Monte di Varese e quello del Duomo di Milano, il monumento ai cavatori di Carrara, il monumento ai Sette di Gottinga in Germania. 
 

Appena fuori dal minuscolo centro ci si trova in campagna, sulle rive del torrente Viganella, dove sorge il mulino che è stata la casa e lo studio del pittore Innocente Salvini: un luogo di una bellezza inaspettata e genuina dove poter sostare nella natura e ammirare le opere di un artista che è riuscito ad essere allo stesso tempo autenticamente “europeo”, moderno e profondamente legato alla propria terra.  

La giornata termina con il ritorno verso l’auto. Nell’antico borgo abbiamo trascorso un tempo speciale, scovato bellezze inaspettate che ci porteremo nel cuore. 


Testo a cura di SIMONA GAMBERONI, guida abilitata ConfGuide-GITEC 

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